I musei sono contenitori inestimabili della nostra storia collettiva, Essi espongono manufatti che raccontano storie di civiltà passate. Eppure, tra le vaste collezioni esposte online, si potrebbe notare una curiosa lacuna nella conoscenza riguardo a un oggetto umile ma significativo: la sedia di vimini.
Definizione della sedia di vimini
«Una sedia di vimini è interamente o parzialmente realizzata in vimini.»
Questa definizione potrebbe sembrare semplicistica, ma racchiude un ampio ventaglio di materiali e tecniche. Il vimini si riferisce tradizionalmente alla tecnica che prevede l’intreccio di rami sottili di salice o fibre vegetali, come alcuni tipi di erbe. Tipicamente comprende una parte fissa e una parte mobile, intrecciate insieme in modo complesso.
I primi reperti in vimini
La lavorazione del vimini potrebbe essere antecedente alla ceramica, con evidenze della sua esistenza risalenti a migliaia di anni fa.
In Iraq, gli archeologi olandesi hanno portato alla luce frammenti concavi di ceramica recanti impronte di cestini di vimini usati come forme di argilla. I soldati romani portarono dalla Gallia (Francia) intorno al 200 d.C. piccole statue della dea Nutrix lungo il confine settentrionale dell'impero romano. Le statue raffigurano la dea seduta su una sedia di vimini nell’atto di allattare due bambini. I primi sarcofagi cristiani in Vaticano mostrano che le sedie di vimini erano utilizzate nel IV secolo per simboleggiare il più alto stato divino.
Artigianato del vimini nelle varie epoche
I primi strumenti utilizzati nella lavorazione del vimini erano semplici quanto i materiali stessi. Le tecniche di lavorazione del vimini si sono evolute a partire dall’intreccio delle fibre migliaia di anni fa fino alla creazione di oggetti modernisti dal design molto complesso.
Nel XVII secolo, i coloni europei provenienti da Portogallo, Gran Bretagna e Olanda diretti nel sud-est asiatico rimasero meravigliati dalle pesantissime «Company Chairs» in ebano, ispirate alle «sedie con pomello» olandesi. La seduta era realizzata in resistente matassa di rattan. Anche se il sedile era sottile come carta e traslucido come pizzo, era abbastanza robusto per sedersi in assoluta sicurezza!
L’arrivo del rattan in Europa
L'arrivo del rattan in Europa ha segnato una svolta. Per duecento anni, fino al 1850 circa, il rattan fu utilizzato solo per fissare il carico sulle navi a vela. L'acqua di mare veniva drenata sul fondo della nave attraverso fasci di rattan verticali, dopo di che l'acqua veniva pompata in mare.
Materiali naturali
Bastoncini e ramoscelli di salice erano popolari per le sedie in legno curvato realizzate dai nomadi, poiché essi non disponevano di officine stabili e di molti strumenti come un produttore di mobili. Potevano realizzare mobili in salice con nient'altro che un martello, una sega e alcuni chiodi.
Verso la metà del XIX secolo, a Boston, Cyrus Wakefield si rese conto che le qualità del rattan erano superiori a quelle del salice, La maggior durevolezza e flessibilità consentiva di realizzare spirali decorative piatte e il nucleo poteva essere tagliato per tutta la lunghezza in fili molto lunghi con diametro costante.
Il rattan è una pianta rampicante della famiglia delle palme. Il suo nucleo solido permette agli artigiani di lavorare questo materiale come il salice, mettendo in pratica tecniche già a loro note.
Insieme al rattan, il bambù fu introdotto in Europa per la realizzazione di mobili alla fine del XIX secolo.
Il bambù, però, è cavo internamente, pertanto è più facile che si spezzi anziché curvarsi. Solo una striscia di bambù riscaldata può essere piegata con facilità. Inoltre, nel processo di costruzione, i giunti vanno realizzati con un foro che abbia il diametro del bastoncino più piccolo.
Design
Nel Novecento, le tradizionali spirali nel design dei mobili in rattan lasciarono il posto a motivi più semplici influenzati dall’architettura di inizio secolo. Movimenti come il Bauhaus inaugurarono stili eleganti e minimalisti e sedie in tubolare di ferro.
L'architetta Ida Falkenberg-Liefrinck si rese conto che le sedie in tubolare di ferro erano troppo costose, mentre le sedie in rattan erano un'alternativa più economica. Durante la seconda guerra mondiale il trasporto del rattan verso l'Olanda venne bloccato, così, nel 1946 Ida Falkenberg-Liefrinck ed Elmar Bercovich progettarono una moderna sedia in salice tinto color cuoio.
Subito dopo la guerra il rattan tornò a essere disponibile e le sedie con gambe ad anello divennero molto popolari. Negli anni Trenta i designer iniziarono a curvare le canne di rattan a forma di pretzel o di otto. Dopo la seconda guerra mondiale queste sedie vennero soprannominate «Belse-8».
Le gambe curve delle sedie in rattan non soddisfacevano la sensibilità modernista degli anni Cinquanta, pertanto furono sostituite da aste e tubolari di ferro che sostenevano la seduta in rattan.
Van Slideregt progettò un telaio in tubolare di ferro con un sedile in rattan a tessitura larga. Jan Herbert Roe di Rohé progettò la famosissima sedia «Kuipje 149», che vinse un premio alla Triennale di Milano nel 1957.
Materiali sintetici
L'innovazione è continuata con l'introduzione dei materiali sintetici. La linea «STALON» della Rohé Rotan Factory proponeva telai in tubolari di ferro e sedute realizzate con fili di plastica.
Questa nuova linea sconvolse i tradizionali artigiani del vimini, ma aprì la strada ai mobili da esterno resistenti agli agenti atmosferici.
Comprendendo la ricca storia, le tecniche e i materiali della lavorazione del vimini, possiamo apprezzare l'abilità artistica e l'innovazione presente in questi oggetti apparentemente semplici.
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Traduzioni: Maria Teresa Natale