Storia

Come Dorando Pietri perse la medaglia d'oro alla maratona olimpica del 1908

fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri in corsa.

Il maratoneta italiano che ha trasformato il fallimento in successo

di
Antonio Davide Madonna (si apre in una nuova finestra) (ICCU)

Il fascino dei Giochi Olimpici deriva da racconti epici e da grandi successi, ma talvolta anche dalle sconfitte. Da questo punto di vista, la storia di Dorando Pietri e della sua brutta esperienza ai Giochi Olimpici di Londra del 1908 mostra come una sconfitta può trasformarsi in una vittoria.

Pietri era un maratoneta italiano che si presentò alla quarta edizione dei Giochi Olimpici moderni deciso a ottenere la medaglia. Negli anni precedenti aveva raggiunto traguardi importanti ed era considerato il corridore italiano più resistente all'epoca.

Nel 1904, anno dell'esordio della sua carriera sportiva, aveva vinto il campionato italiano di corsa. Nel 1905, invece, a Parigi aveva trionfato in una gara di 30 chilometri. Alla fine del servizio militare, nel 1907, aveva vinto i campionati italiani dei 5.000 e dei 20.000 metri.

copertina di un giornale con una foto in bianco e nero di Dorando Pietri in corsa.

In tutti questi anni, solo una volta si era ritirato da una gara, durante i Giochi Olimpici intermedi di Atene del 1906. A causa di alcuni problemi intestinali non riuscì a completare la corsa nonostante fosse in testa.

Memore di questa esperienza, in occasione della maratona di Londra del 1908 decise di partire a un ritmo più lento. Tuttavia, a metà gara iniziò a risalire. Completò la rimonta a tre chilometri dal traguardo e si trovò in testa alla gara. Ma questo sforzo lo aveva indebolito troppo. Quando entrò nello stadio di White City, aveva un grande vantaggio sul secondo corridore, ma si sentiva esausto.

Gli ultimi 200 metri furono un calvario. Prima ha sbagliato direzione, poi è finito per terra riuscendo a continuare solo con il supporto degli arbitri. A pochi metri dal traguardo è caduto altre quattro volte. Fino al termine della gara sia l’arbitro che un medico lo hanno aiutato a reggersi in piedi.

fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri che corre alla fine della maratona, sembra molto stanco.
fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri esausto al termine di una corsa, circondato da altri uomini.
fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri esausto e circondato da altri uomini.

Un atleta americano, Johnny Hayes, si era classificato al secondo posto. Tuttavia, la federazione olimpica statunitense presentò un reclamo e Dorando Pietri venne squalificato.

Comunque, gli spettatori che assistettero alla gara rimasero impressionati dalla prestazione dell'italiano. Anche i giornali dettero grande risalto alla notizia, trasformando così la sua sconfitta in una vittoria. Sir Arthur Conan Doyle, che seguì l'evento per conto della Daily Mail, descrisse così l'accaduto:

Sono certo che nessuna misera ricompensa può minimamente consolare Dorando per la perdita nazionale dovuta alla sua squalifica. Tuttavia, sono certo che molti di coloro che hanno assistito al suo notevole sforzo allo stadio, sforzo che lo ha portato a un passo dalla morte, vorrebbero che portasse con sé qualche ricordo dai suoi ammiratori inglesi.

scansione in bianco e nero di un articolo di giornale in italiano.

Inoltre, la regina Alessandra consegnò personalmente a Pietri una coppa, come riconoscimento per lo sforzo compiuto durante la gara.

fotografia in bianco e nero di un trofeo in argento.
fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri con in mano il trofeo.

L’improvvisa ascesa al successo condusse Pietri negli Stati Uniti, dove ebbe l'opportunità di sfidare più volte Johnny Hayes, "medaglia d'oro olimpica". E nella maggior parte dei casi, il corridore italiano ne è uscito vincitore.

fotografia in bianco e nero di Dorando Pietri sulla copertina di un giornale.

Al suo rientro in Italia, l’atleta continuò a praticare l’attività atletica, raggiungendo sempre ottimi risultati.

Tuttavia, cominciò a perdere l’interesse per lo sport. Era diventato una sorta di eroe-atleta e un personaggio pubblico per l’Italia. Pubblicò un libro e, grazie alla fama dopo i Giochi di Londra (e ai relativi guadagni), aprì un albergo a Carpi, la sua città natale, e un garage a Sanremo.

pubblicità in bianco e nero di un giornale con l'illustrazione di un manubrio.
fotografia in bianco e nero, ritratto di Dorando Pietri.

Ma c'è anche un lato oscuro in questa avvincente storia sportiva. Dorando Pietri, infatti, fu in seguito un convinto sostenitore del fascismo, partecipando attivamente alle azioni squadristiche nella sua città. Alla sua morte, avvenuta nel 1942, fu sepolto, come da lui espressamente richiesto, con una camicia nera, uno dei simboli più noti del fascismo e fu celebrato, dal regime di Mussolini, come un eroe.


Traduzioni: Angelica Giallombardo, Fondazione Europeana


Questo blog fa parte del progetto Europeana Sport che mette in luce la ricchezza del patrimonio culturale sportivo europeo.