Storia

Inizia Febbraio, l'Italia canta – i 72 anni del Festival di Sanremo

Domenico Modugno in a shot from the early 1960s. Winner of three editions of the Sanremo Festival, including the one of 1958 with the famous song “Nel blu dipinto di blu”. Photo Archivio Luce - Cinecittà. All rights reserved.

Come Sanremo ha cambiato il modo di fare spettacolo in televisione

di
Massimo Canario (si apre in una nuova finestra) (Archivio Luce - Cinecittà)

I primi di febbraio sono i giorni di Sanremo, del Sanremo “comunque vada sarà un successo”, slogan di una delle edizioni degli anni passati che insieme all’altro, "perché Sanremo è sempre Sanremo", ne riassumono bene lo spirito.

Quando venne l’idea di dedicare una manifestazione alla canzone italiana non esisteva ancora la televisione: la prima edizione fu infatti trasmessa solo per radio nel 1951 e segnò, nel corso degli anni, un successo che superò le aspettative più rosee degli stessi organizzatori. E si può capirne facilmente il motivo: la seconda guerra mondiale era finita da sei anni e si sentiva nell’aria la voglia di ricominciare a divertirsi e a distrarsi dopo un lungo periodo segnato da lutti e distruzioni.

Dagli anni Sessanta e soprattutto dai Settanta però il Festival della Canzone diventerà soprattutto un evento televisivo. Basti pensare che si è passati da una serata degli inizi alle attuali cinque. In sostanza dal martedì al sabato il palinsesto del primo canale della RAI, la televisione pubblica italiana, è occupato dal Festival dalle 20:45 fino abbondantemente dopo la mezzanotte, con ascolti da record, all’altezza di quelli che solitamente fa la nazionale italiana di calcio. E non solo per quelle ore, perché moltissimi programmi in onda in quei giorni girano intorno al Festival, coinvolgono i cantanti, alimentano le polemiche. E quando tutto finisce si comincia a lavorare per l’edizione dell’anno successivo.

Pippo Baudo in a photo of the mid 1970s. With thirteen editions, the Sicilian TV presenter actually holds the record of appearances as host for the Festival. Photo Archivio Luce - Cinecittà. All rights reserved.

Si tratta senza dubbio della più importante manifestazione canora italiana che apre, per il vincitore, le porte dell’Eurovision song contest che dal 1956 rappresenta forse la manifestazione musicale più seguita in Europa e che lo scorso anno è stato vinto dal gruppo italiano dei Måneskin con la canzone "Zitti e buoni", trionfatrice, a sorpresa, della kermesse sanremese.

Ripensando alle due ultime edizioni del festival non si può fare a meno di provare un senso di straniamento: nella prima settimana di febbraio del 2020, mentre il mondo, ancora parzialmente inconsapevole, stava precipitando a grandi passi verso la più grave crisi pandemica degli ultimi decenni, in Italia l’argomento clou per qualche giorno fu la polemica tra due cantanti che si esibivano a Sanremo. Nel 2021 invece, ancora in piena emergenza Covid, il festival si svolge comunque, ma senza pubblico in sala.

Canzoni trionfi e drammi in 72 anni di Festival di Sanremo

Quest’anno la manifestazione canora festeggia la sua 72° edizione. Anticipata da analoghe manifestazioni, la prima edizione ufficiale si svolse, come dicevamo sopra nel 1951. Nell’edizione del 1952 trionfa, letteralmente, Nilla Pizzi, cantando tutte e tre le canzoni classificatesi nei primi posti.

Sempre negli anni Cinquanta singolare l'esito della gara del 1955: con "Buongiorno tristezza" vincono Tullio Pane e Claudio Villa: quest’ultimo però solo attraverso la sua voce registrata, essendo a casa malato.

Nel 1958 trionfano Domenico Modugno e Johnny Dorelli con una canzone che diventerà famosissima in tutto il mondo: "Nel blu dipinto di blu".

Gli anni Sessanta si aprono con la vittoria di Renato Rascel e Tony Dallara, che interpretano "Romantica". Nel 1964 Gigliola Cinquetti trionfa con "Non ho l'età", che vincerà anche l’Eurovision, impresa che dopo di lei e prima dei già citati Måneskin riuscirà al solo Toto Cotugno nel 1990.

Durante l’edizione del 1967, che si svolse tra il 26 e il 28 gennaio, un evento tragico segnò la storia del festival: il suicidio nella sua camera d’albergo di Luigi Tenco, che presentava insieme a Dalida, cantante italo francese, il pezzo "Ciao amore ciao".

Tenco, che secondo uno dei suoi tanti biografi: “Fu un idealista, ma anche un uomo fragile e vulnerabile [...]. Colto, in possesso di una proprietà di linguaggio considerevole, con un fascino tale da catalizzare ogni volta l’attenzione eppure, stranamente, con dei complessi” scrisse nella sua lettera d’addio: “Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e a una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno”.

Nel corso degli anni si tornerà spesso a parlare di questo episodio. In molti non vorranno credere al suicidio e un ombra di mistero continuerà ad aleggiare su quanto successe nella notte sanremese. Di certo Tenco è stato un personaggio in anticipo sui tempi e con lui l’Italia perse troppo presto uno dei cantanti più interessanti di quella che fu definita la scuola genovese.

Adriano Celentano in a typical pose. The Milanese singer, together with his wife Claudia Mori, won the 1970 edition of the Sanremo Festival. Photo Archivio Luce - Cinecittà. All rights reserved.

Il 1968 è l'anno di Louis Armstrong al Festival, della vittoria di Sergio Endrigo e Roberto Carlos con "Canzone per te" e della prima di tantissime conduzioni di Pippo Baudo. Il decennio si chiude con la vittoria di Bobby Solo e Iva Zanicchi che cantano "Zingara".

Ma il 1969 è anche l’anno che viene dopo le contestazioni che in tutto il mondo hanno riempito le piazze. Contestazioni che avevano coinvolto i festival cinematografici di Cannes e di Venezia e che inevitabilmente arrivano anche a Sanremo, dove viene organizzato un controfestival presentato da Dario Fo, dove si esibiscono artisti che non avrebbero mai messo piede a Sanremo e dove, come sottolinea lo speaker del Radar, l'ingresso è gratis.

Nel 1970 Adriano Celentano e Claudia Mori vincono con "Chi non lavora non fa l'amore".

Vasco Rossi e i Cantautori: il Festival prova a rivolgersi al pubblico più giovane

Vasco Rossi during a performance in 1981. Two years later, with “Vita spericolata”, he brought a breath of fresh air to the Festival, where, however, he ranked second to last. Photo Archivio Luce - Cinecittà. All rights reserved.

Con gli anni Ottanta, il Festival di Sanremo sembra perdere appeal soprattutto tra le generazioni più giovani. Si decide di aprire la porta ai cantautori: nel 1983 arriva Vasco Rossi, con la sua "Vita spericolata", ma la giuria continuerà a premiare canzoni più tradizionali.

Con gli anni Novanta si rompono, anche da questo punto di vista, gli argini: Luca Barbarossa, Enrico Ruggeri, La Piccola Orchestra Avion Travel, Roberto Vecchioni per arrivare infine ai giovanissimi Måneskin dopo essere passati, nel 2019 per Mahmood, il primo cantante di seconda generazione a vincere il Festival.

Aria fresca, certo, ma che non cancellerà mai del tutto le polemiche di cui il Festival si nutre e continuerà a nutrirsi, anche perché, per concludere con un altro vecchio slogan, tutto quanto fa spettacolo.


Questo blog fa parte degli editoriali di Europeana SUBTITLED, un nuovo progetto della serie Europeana Generic Services, che include sette importanti televisioni nazionali ed archivi audiovisivi europei. Sotto il tema "Broadcasting Europe", i nostri editoriali mostreranno come la società si sia riflessa sullo schermo televisivo negli ultimi otto decenni, durante periodi di conflitto, regimi autoritari, cambiamenti politici e periodi di pace.

A tal fine, utilizzeremo una vasta gamma di materiale dalle raccolte di Europeana, con particolare attenzione ai contenuti audiovisivi meno conosciuti e recentemente aggregati. Per maggiori informazioni su Europeana SUBTITLED, visita questa pagina.