La donna che ha sviluppato un nuovo metodo per insegnare ai bambini
Il metodo Montessori fu sperimentato da Maria Montessori (1870-1952), che individuò nuovi modi per educare i bambini che prima erano considerati "non educabili".
Quella che segue è un'intervista immaginaria a Maria Montessori, la quale racconta della sua vita e del suo lavoro con i bambini.
Ciao Maria! Raccontaci qualcosa di te.
Mi chiamo Maria Montessori, sono nata a Chiaravalle, in Italia, nel 1870. Ho studiato Medicina a Roma, sono stata la quinta donna in Italia a conseguire il diploma di laurea. Avevo 26 anni quando mi laureai nel 1896.
Lo stesso anno partecipai al "Congresso internazionale sui diritti delle donne" a Berlino, lottando per il diritto delle donne ad avere pari opportunità di istruzione e retribuzione rispetto agli uomini.
Quando hai iniziato a lavorare sull’educazione dei bambini?
Durante i miei studi ho lavorato con i cosiddetti bambini "frenastenici": bambini con qualche tipo di ritardo cognitivo che potrebbe portare a difficoltà di apprendimento. All’epoca, questa tipologia di bambini veniva spesso trascurata e abbandonata negli istituti psichiatrici.
Ho deciso di sviluppare diversi materiali didattici per aiutare questi bambini ad apprendere attraverso il gioco. I cinque sensi (vista, tatto, udito, gusto, olfatto) sono alla base del mio metodo. Tutti i miei alunni si sono diplomati alla scuola primaria con ottimi risultati!
Puoi raccontarci come hai fondato la Casa dei Bambini?
Alla fine dell'Ottocento, quando studiavo, Roma conobbe un notevole sviluppo urbanistico che provocò un'ondata di immigrazione urbana spingendo a Roma moltissime famiglie disoccupate e "genti sperse accomunate solo da miseria e malaria".
Fui chiamata a risolvere i problemi dei figli di queste famiglie, soprattutto dei più piccoli, dai 3 ai 6 anni, che non erano mai andati a scuola. Fondai così la prima Casa dei Bambini nel 1907. Il 6 gennaio, arrivarono i primi cinquanta bambini.
La Casa dei Bambini è ancora oggi in funzione. Tutto è a misura di bambino: tutti i mobili sono in legno chiaro e possono essere facilmente spostati dai piccoli alunni. I materiali pedagogici da me ideati, vere e proprie attività ludiche da mettere in pratica, mirano in realtà a facilitare l'apprendimento dall'età prescolare in poi.
Da questa esperienza nacque il mio libro (pubblicato nel 1909) dal titolo Il metodo pedagogico scientifico applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini, successivamente tradotto in molte lingue. Il Metodo Montessori si basa in gran parte sulle tecniche sperimentate presso la Casa dei Bambini.
Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso professionale?
L’avvio allo studio della Medicina è stato molto arduo. All’inizio, molte persone mi scoraggiavano e, malgrado la mia perseveranza, incontravo grande ostilità da parte degli studenti e dei professori.
Nel 1934, dopo aver lavorato sul metodo da me ideato per decenni e dopo che altre scuole Montessori erano state fondate in tutto il mondo, fui costretta a fuggire dall’Italia a causa dell’ascesa del regime fascista. Nello stesso anno Mussolini e Hitler ordinarono la chiusura di tutte le scuole Montessori. Ritornai in Italia dopo la guerra, nel 1947, su invito del neonato governo italiano.
Come pensi che la tua eredità sia sopravvissuta nel presente?
Spero che i miei metodi educativi abbiano aiutato i bambini a imparare e a crescere. Oggi il metodo Montessori è utilizzato da più di 60mila scuole in tutto il mondo.
Sono morta nel 1952 nei Paesi Bassi, quando avevo 81 anni. Avevo espresso il desiderio di essere sepolta nel luogo del decesso, così ora riposo tra le dune di Noordwijk, di fronte al mare. Sulla mia lapide è scritto: “*Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.*”