- Mostra: Napoleone e la botanica
- Spazi pubblici e paesaggi produttivi
Le grandi strade dell’Impero non piantumate o in programma di essere piantumate, lo saranno con alberi forestali o da frutta, a seconda delle località, ad opera dei proprietari dei terreni confinanti
Art. 1 della legge del 28 febbraio 1805
Spazi verdi pubblici
La progettazione del paesaggio occupava un posto molto importante agli occhi di Napoleone, figurando ai primi posti posizione nei suoi progetti legislativi. Uno dei più importanti è una legge promulgata il 28 febbraio 1805, che ordina che nelle strade siano piantati alberi, in particolare gli alberi che producono frutti o utilizzati nell'industria forestale.
Alla fine del XVIII secolo, strade alberate iniziano già ad apparire in diverse parti d'Europa, modellando il paesaggio, soprattutto lungo la costa. In "Promenade dans Rome", Stendhal scrive che dietro le strade alberate d'Italia, come quella che costeggia la Riviera ligure, con le sue bouganville e bignonie, si vede chiaramente la mano di alcuni prefetti napoleonici, nella fattispecie Gilbert Chabrol de Volvic.
Allo stesso modo viene creata una rete di vivai a livello dipartimentale in tutto l'Impero. Questi ultimi lavorano in stretta collaborazione con le istituzioni di scienze naturali di Parigi: il Giardino delle Piante, il giardino botanico del Palazzo del Lussemburgo e il giardino di Versailles. Vere e proprie banche dei semi, le istituzioni parigine forniscono ai vivai dipartimentali gli esemplari necessari al miglioramento delle varietà locali.
Napoleone diede anche molta importanza alla creazione e alla riqualificazione dei parchi. Il Parco Reale, a Monza, è eccezionale per la sua estensione. Napoleone, Joséphine e il figlio del suo primo matrimonio, Eugène de Beauharnais, hanno immaginato e costruito questo parco che, verso il 1808, è diventato il più grande parco chiuso d'Europa, quasi 3 volte più grande di Versailles. Dotato di un muro di cinta lungo 14 km, comprendeva campi agricoli, strade, fattorie, ville, giardini, serre botaniche e frutteti e una riserva di caccia.
Altri giardini, come i giardini napoleonici di Venezia (oggi noti come Giardini della Biennale), furono creati sotto Napoleone, con l'obiettivo di dotare la città di uno spazio ad uso pubblico e di prosciugare le paludi per motivi sanitari.
Rafforzamento della produzione agricola
Dalla seconda metà del XVIII secolo, l’Europa si interessa sempre di più alla coltivazione di piante esotiche per fini economici, come le fragole o le patate. Molte piante sono state prima acclimatate nelle colonie europee, in luoghi come i giardini botanici coloniali di Saint-Pierre in Martinica nel 1803 o il giardino coloniale di Sans Souci, creato nel 1812 dal governo dell’India orientale olandese (oggi corrisponde all’Indonesia). La maggior parte dei giardini di acclimatazione in Europa sono stati creati tra la seconda metà del XIX secolo e la Prima Guerra Mondiale.
La barbabietola da zucchero è un esempio interessante dell’influenza della politica sull’agricoltura. L’embargo britannico del 1806 sui prodotti coloniali, tra cui le canne da zucchero, ha giocato un ruolo decisivo nello sviluppo della sua produzione. Questa impresa si è rivelata difficile per Napoleone, anche con il sostegno del chimico Jean-Antoine Chaptal. Oggi, queste ricerche hanno lasciato una reale impronta sul paesaggio agricolo, la Francia è uno tra i cinque produttori più grandi di barbabietole da zucchero del mondo.
Paesaggio agricolo attraverso il catasto napoleonico
Il catasto napoleonico- piano di proprietà messo in atto da Napoleone nel XVIII secolo- riunisce su una carta omogenea circa cento milioni di appezzamenti. E’ uno strumento giuridico e fiscale ancora oggi usato, che permette ai cittadini di essere tassati equamente in base alle loro attività fondiarie.
It is also the best source for archeologists, architects, geographers or biologists to understand better how landscapes have evolved . The Napoleonic cadastre can, for example, confirm which territories have been intensively exploited by agriculture, livestock and forestry, which were built upon or how water has been managed and watercourses have developed.