Black lives in Europe
Tre ritratti della rivoluzioni haitiana
Il notevole contributo dei protagonisti politici neri nella rivoluzione haitiana
Il notevole contributo dei protagonisti politici neri nella rivoluzione haitiana
I disordini politici e sociali odierni, scatenati da ingiustizie di motivo razziale viste in molte parti del mondo, hanno profonde radici nella storia. Presentato come semplice parentesi di una storia più ampia, questo capitolo mette in evidenza il notevole contributo dei protagonisti politici della rivoluzione haitiana del 1791-1804, l'insurrezione riuscita per la causa della libertà contro la schiavitù e la brutale oppressione delle potenze coloniali europee.
Noto oggi come il "Padre di Haiti", François-Dominique Toussaint Louverture (1743-1803) ha condotto una vita davvero straordinaria. Come leader militare e politico che combatté per la causa dell'indipendenza haitiana dalla Francia, visse in un mondo complesso caratterizzato dalle potenze coloniali europee in competizione. Il lascito di Toussaint Louverture ha ispirato molti altri a cercare la libertà e l'autodeterminazione.
Louverture nacque in schiavitù in una piantagione nella colonia francese di Saint-Domingue nell'isola caraibica di Hispaniola (che oggi ospita due Paesi, Haiti e la Repubblica Dominicana).
Poiché non esistevano registri di nascita di coloro nati in schiavitù, i dettagli sui primi anni di vita di Toussaint Louverture sono limitati. Fu educato dal padrino, Pierre Baptiste, e le sue ultime lettere dimostrano che parlava correntemente creolo e francese e che conosceva la filosofia antica, rinascimentale e illuminista, a lui contemporanea.
Louverture è ricordato oggi per la sua leadership ispiratrice nella rivoluzione della colonia francese, che mise fine alla schiavitù ad Haiti ed emancipò gli africani schiavizzati sull'isola. Questa portò alla nascita dello stato sovrano di Haiti e alla prima nazione nera al di fuori dell'Africa. Iniziata ad agosto 1791 e terminata nel 1804 con l'indipendenza di Haiti, la rivoluzione haitiana è stata la ribellione più riuscita delle tante condotte dagli africani schiavizzati, che avvennero nei Caraibi durante l'epoca della piantagioni e della schiavitù. La rivoluzione haitiana sconfisse il dominio coloniale, il potere militare e la pratica della schiavitù a Saint-Domingue e funse da faro di speranza per tutti gli africani in schiavitù.
Louverture morì in prigione dopo essere stato tradito e consegnato ai francesi nel 1803 e non visse per vedere l'indipendenza haitiana, che fu dichiarata da un altro leader a lui vicino, Jean-Jacques Dessalines. Dessalines annunciò l'abolizione della schiavitù ad Haiti, la prima volta nelle Americhe. La straordinaria vita e il lascito di Louverture hanno ispirato molti che cercavano il diritto alla libertà, alla dignità, all'indipendenza e all'auto-determinazione. Nel 1988, nel Pantheon di Parigi, è stata installata questa iscrizione in memoria di Louverture.
In memoria di Toussaint Louverture, combattente per la libertà, architetto per l'abolizione della schiavitù, un eroe haitiano che morì in deportazione a Fort-de-Joux nel 1803.
[In memory of Toussaint Louverture, freedom fighter, architect of the abolition of slavery, a Haitian hero who died in deportation at Fort-de-Joux in 1803.]
Quasi contemporaneo di Toussaint Louverture, anche Thomas-Alexandre Dumas nacque a Saint-Domingue, figlio di Marie-Cessette Dumas, donna schiavizzata di origine africana, che durante l'era della tratta degli schiavi, fu resa schiava dal marchese Alexandre Antoine Davy de la Pailleterie, membro della nobiltà francese. All'età di 14 anni, il padre portò Dumas in Francia in cui iniziò la scuola e successivamente entrò nell'esercito francese, come soldato, all'età di 24 anni.
Nel bel mezzo delle turbolenti guerre rivoluzionarie francesi, Dumas si affermò come eccezionale comandante dell'esercito, scalando i ranghi e diventando infine generale in capo dell'esercito francese, la prima persona di colore a ricoprire questo ruolo. Essendosi distinto nell'esercito francese nelle campagne italiane e austriache sulle Alpi, guidando più di 50.000 soldati, all'età di 31 anni, Dumas si guadagnò la stima del suo leader supremo, Napoleone Bonaparte.
Nella successiva campagna in Egitto, tuttavia, in cui fu a capo della cavalleria francese, Dumas fu in disaccordo con Napoleone. Dopo aver lasciato l'Egitto su una nave non idonea alla navigazione nella primavera del 1799, Dumas fu costretto a sbarcare nel Regno di Napoli, in cui fu imprigionato per due anni prima di tornare in Francia. Sebbene riconquistò la sua libertà, a Dumas fu negata una pensione militare e nonostante il suo appello a Napoleone per avere supporto finanziario e una nuova commissione, Dumas e la sua famiglia caddero in povertà. Morì il 26 febbraio 1806 di cancro allo stomaco.
Nato intorno al 1746 a Gorée, famigerata isola porto commerciale degli schiavi al largo della costa senegalese, Jean-Baptiste Belley fu reso schiavo e separato dalla sua famiglia da bambino e mandato nella colonia francese di Saint-Domingue. Comprò la sua libertà nel 1764.
Come molti ex schiavi di quel periodo, Belley combatté nell'esercito francese durante la guerra di indipendenza americana prima di tornare a Saint-Domingue e affermarsi come coltivatore e personaggio politico. Nel 1793, Belley fu eletto alla Convenzione nazionale di Parigi, diventando il primo deputato nero. Parlò al dibattito della Convenzione del 3 febbraio 1794, quando fu deciso all'unanimità di abolire la schiavitù.
Nel suggestivo ritratto di Anne-Louis Girodet de Roucy-Trioson, Belley indossa l'uniforme di un rappresentante della Convenzione e i colori blu, bianco e rosso della Repubblica. Posa appoggiato a una base di marmo con il busto del filosofo francese e attivista anti-schiavitù Guillaume Raynal (1713–1796). Belley posò per il ritratto nel 1797 prima di tornare dalla Francia a Saint-Domingue. Il quadro è tuttora appeso nella cappella del Palazzo di Versailles. Il dipinto cattura la complessità dell'era rivoluzionaria e le feroci lotte per la libertà e la cittadinanza in un contesto imperiale e di potenze coloniali.
Quando Napoleone Bonaparte inviò un esercito per soffocare l'insurrezione condotta da Toussaint Louverture, Belley si convinse a opporsi alle tattiche violenti dei coloni francesi. Per il suo rifiuto ad appoggiare l'invasione francese, Belley fu costretto a tornare in Francia, dove fu subito arrestato e imprigionato nella fortezza di Belle Île. Da prigioniero, nel 1805 scrisse a Isaac Louverture, figlio di Toussaint Louverture. Belley morì in prigione più tardi in quello stesso anno.
Al termine della rivoluzione haitiana nel 1804, lo strascico del dominio coloniale, della schiavitù e delle sanzioni imposte dalla Francia continuarono a pesare sulla vita sociale e politica degli haitiani per molti anni. Gli storici africani e caraibici oggi non hanno dubbi sull'importanza della rivoluzione haitiana e su come l'esempio di questa ribellione riuscita supportò le azioni verso l'abolizione della schiavitù delle potenze coloniali. La rivoluzione haitiana, la sua enorme insurrezione civile e la lotta alla libertà dal dominio coloniale e la schiavitù rimane un esempio estremamente potente per noi oggi.